Giovane ma poco appagato dalla vita, Kang viene convinto da un amico ad andare in Suriname per esportare razze verso la Corea del sud dove ne sono golosi, pesce svenduto nel piccolo paese sudamericano dove abbondano ma non sono apprezzate.
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Giovane ma poco appagato dalla vita, Kang viene convinto da un amico ad andare in Suriname per esportare razze verso la Corea del sud dove ne sono golosi, pesce svenduto nel piccolo paese sudamericano dove abbondano ma non sono apprezzate.
"Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla".
E' l'incipit di ogni puntata di questa monumentale serie colombiana e motiva benissimo le ragioni della stessa. Principio che sottoscrivo, applicabile a tutto, non solo alle vicende qui narrate.
Il titolo dell'articolo è una banale parafrasi del pezzo dei The Buggles: Video Killed The Radio Star. Spiritosa (forse) metafora delle ragioni che mi hanno allontanato dal blog negli ultimi mesi.
Terminati una serie di impegni personali, ho ripreso a guardare dei girati. Fatale è stato abbonarsi a Netflix. Ho cominciato a vedere una serie dietro l'altra, alcune molto belle. Non riesco più a vedere nemmeno un film. Non riesco a scrivere perché richiede tempo e la voglia di vedere l'episodio successivo della serie in corso di visione predomina.
Del blog poco importa, non è che un gioco per me e un diario di appunti su quello che vedo. La ragione di questo post è fissare 2 riflessioni su cui ancora sto ragionando e che dovranno trovare soluzione prima o poi.
La prima è personale: le serie creano dipendenza psicologica?
Quante volte ho deriso gli spettatori di telenovelas ed eccomi qua, pure io, a non poter fare a meno delle serie tv. Poste le debite distanze sul livello cinematografico in tutti i sensi, tra Serie e Telenovelas, mi sento vittima, dipendente da quanto sto guardando. Una serie ti assorbe per giorni, settimane, e non hai in testa altro.
La seconda riflessione è sulla qualità artistica dei prodotti che vedo.
Parlerò di quanto visto in futuri post, come detto alcune serie sono davvero di notevole fattura. Sceneggiature, scenografie, costumi, riprese e tutto quanto fa cinema è di grande livello. Ci lavorano attori e registi di fama. I mezzi economici non mancano.
C'è però qualcosa che accomuna tutte le serie anche se le vicende che narrano sono completamente diverse. Una sorta di fattor comune che le plafona tutte. Col Cinema, quello con la maiuscola per mio gusto, questa sensazione non l'ho mai provata.
Robydick
Maltrattato dai superiori, preso in giro persino da colleghi e colleghe, Bob (Christian Slater) medita una strage negli uffici dove lavora. 6 colpi nella colt, ognuno dei quali con un destinatario preciso. Non farà in tempo. Un collega, con le sue stesse motivazioni, anticiperà il suo gesto. Sarà proprio Bob a fermarlo, sparandogli. La colt che doveva trasformarlo in killer psicopatico lo farà diventare un eroe.
Promessa del football americano, Brian Banks viene ingiustamente condannato a 16 anni per rapimento e stupro non commessi ai danni di una compagna di classe che ha delusa. E' il 2002.
Accusa falsa, assenza di indagini, pessima assistenza legale portano il ragazzo a cedere al patteggiamento pur di ottenere una pena ridotta, cosa che invece verrà disattesa. Circa 5 anni di carcere più altrettanti di libertà vigilata, gli ultimi dei quali con un braccialetto elettronico che ne limiterà moltissimo spostamenti e possibilità di lavoro.
Gli anziani non autosufficienti possono essere una grande risorsa da spremere. Ideale è che siano senza o quasi parenti stretti, per ridurre al minimo i rischi di contestazione. Basta un medico compiacente che ne decreta la non autonomia, il supporto di ottimi avvocati, un giudice poco attento e facilmente Marla Grayson (Rosamund Pike), con la sua società specializzata, ne diventa tutrice e plenipotenziaria di ogni loro bene.
Dublino. Sandra è una donna forte, svolge lavori umili, accudisce le sue due bambine piccole e il marito la ricompensa con violenze fisiche tremende. Dopo molti anni, dopo l'ennesimo pestaggio, finalmente riesce a decidersi a lasciarlo ottenendo l'affido delle bambine, che dovrà portare nei weekend al padre. L'assistenza sociale le viene incontro ma le case sono inaccettabili e migliorare, coi costi degli affitti, pare impossibile.
Moglie, 2 figli, un lavoro tranquillo. Subisce un furto in casa da due scapestrati senza reagire, nemmeno quando lo fa il figlio maggiore. E' però una mitezza forzata, frutto di capacità represse al solo scopo di cambiare vita e permettere alla famiglia una vita serena seppur decisamente, noiosamente ripetitiva e priva di emozioni.
Un filone, quello dei piloti al servizio del crimine, che ha visto veri capolavori come quello che è forse il più illustre capostipite: "The Driver - Driver l'Imprendibile" di Walter Hill, e il suo eccellente remake che semplice remake non è: "Drive" di Nicolas Winding Refn. "Baby Driver" mantiene gli stilemi essenziali del genere, per estetica e trama, trovando una nuova originalità soprattutto nel protagonista.
Non un altro capolavoro come i 2 succitati, ma un gran bel film.
Tutti contro tutti! C'è una valigetta su un treno, dev'essere recuperata da un ex killer, ex perché una sua rivoluzione interiore lo ha portato a rifiutare di uccidere persone. La valigetta è custodita da una coppia di fratelli "gemelli" che loro pure sono sicari e hanno l'incarico di difenderla e di portare il figlio di "Morte Bianca", un capo Yakuza, sano e salvo a destinazione. Poi c'è una specie di pazza assassina, un altro sudamericano killer pure lui, varie ed eventuali...
Prima ha difeso senza scrupoli la Tenjin Pharmaceutical, azienda giapponese, poi lo stesso avvocato, cinese, si ritrova ad essere dalla stessa perseguitato. E' a conoscenza di troppe cose e, come nella malavita, una volta che ci entri in certi "giri" non ne esci più e lui proprio questo voleva, andare via persino in altro continente.
Ingoiare, così dice il titolo e non potrebbe essere più esplicito. Hunter, la casalinga annoiata protagonista della vicenda (una splendida Haley Bennett) soffre, da quanto ho letto in giro, di picacismo, una curiosa e pericolosa patologia psichiatrica che induce chi ne soffre a mandar giù per bocca di tutto.
Sapevo della venerazione di Woody Allen per i fratelli Marx, che condivido, ma non ho mai pensato alla sua incredibile somiglianza proprio con Groucho Marx. Sono bastati un paio di baffi e sono praticamente identici!
Stupro e Vendetta o, come dicono in lingua che fa più glamour, Rape and Revenge. Questo il tema di fondo che non mi aspettavo, avendo cominciato la visione con diverse aspettative ed al buio da ogni lettura preliminare. Una magnifica sorpresa questo film e adorabile il personaggio di Cassandra interpretato strepitosamente da Carey Mulligan.
Il Kolossal, genere sempre meno in voga, certamente a causa dei costi. Eccone una prova maiuscola Made in China. Grande godimento, per nulla perfetto ma sicuramente in grandiosità non difetta. Vista la versione da cinema, quella integrale da quasi 5h non penso ce l'avrei fatta.
Susan (Amy Adams), nata ricca e benestante, ancora giovane e idealista, innamorata, sposò Edward (Jake Gyllenhall), scrittore talentuoso ma ancora lontano dall'affermarsi. Ora lei, gallerista d'arte, dopo molti anni dal divorzio, riceve da lui inatteso il suo ultimo romanzo. Per un parere? No, per qualcosa di più che alla fine sarà un prezzo molto alto.
Si parte in basso, poi ascesa, caduta, ri-ascesa, ri-caduta, e finale con qualche dubbio, di un cercatore di minerali preziosi, nipote di cercatori, figlio di cercatori, un destino obbligato. Storia avvincente con aspetti eroici e risvolti truffaldini. Lezione di recitazione del protagonista, Matthew McConaughey, che da sola basterebbe a giustificarne la visione.
Elizabeth Sloane (grandiosa Jessica Chastain) è una lobbista di grandissimo successo. Siamo, quasi inutile dirlo, negli USA. Cinica, senza scrupoli, scientemente priva di affetti privati, furbissima, intelligente, non ha alcuna remora a percorrere i bordi della legalità, oltrepassandoli se necessario, per raggiungere i suoi scopi.
Comincia con un intervento chirurgico dove un cuore in primo piano ci palpita in faccia. C'è qualcosa di anomalo in quello sterno aperto, non è ben chiaro cosa sia ma anche chi, come me, è digiuno di anatomia umana capisce che qualcosa non quadra del tutto.
La storia della famiglia Fabelmans, al secolo Spielberg, da quando il piccolo Sammy ha le prime folgorazioni visive che lo porteranno ad adorare il cinema, fino a quando diventerà maggiorenne ed inizierà a muovere i primi passi da cineasta ma di questi primi passi vedremo poco o nulla, il film finirà proprio lì e occorre sperare in un eventuale "Fabelmans 2".
Gary Oldman ha fatto incetta di premi come Miglior attore protagonista, tra cui l'Oscar 2018. La sua somiglianza col vero Winston Churchill (foto che segue) è impressionante, ma siccome un attore non è un semplice imitatore, ha sicuramente lavorato tantissimo su carattere, personalità, persino sul fumare sigari a profusione (ben 400 alla fine delle riprese, per un costo di circa 20.000 dollari). Mi auguro per lui che abbia bevuto the o altro perché se ne avesse riprodotto fedelmente anche l'impressionante capacità di ingollare alcolici, adesso avrebbe sicuramente qualche problemino di salute.
"Le confessioni", dell'ottimo Roberto Andò, è anche un film politico, anzi secondo me è soprattutto questo. Una vera perla, insospettabile in questi tempi cerchiobottisti. Mi ha ricordato, per la clausura della vicenda in un unico luogo e per quel clima di sospetto su tutto e tra tutti che regna, uno dei capolavori di Elio Petri: "Todo Modo".
Tante nomination e qualche premio (Hollywood Film Awards 2018: Miglior attore non protagonista a Timothée Chalamet; Regista rivelazione a Felix van Groeningen), insieme a scarsi risultati di pubblico (ha incassato 16 milioni di dollari a fronte di 25 di budget), potrebbero farlo passare come il classico film-da-festival, ma non è così. Certamente è un film difficile e duro da sopportare. D'altronde, se la storia vera che racconta è quella, non c'è soluzione.
Si narrano le bizzarre e sovente cruenti vicende che ruotano, con e senza la sua partecipazione, attorno a un regista (Colin Farrell) in crisi di idee e molto dedito all'alcol che deve scrivere la sceneggiatura di un film dal titolo "7 psicopatici". E' un film che descrive la fantasiosa definizione della sceneggiatura di sé stesso. Entropia cerebrale come se piovesse? In realtà è affatto contorto ed è molto divertente.
Uno dei due fratelli, Reda, è in Francia dove gestisce una palestra di boxe, arti marziali, robe così. L'altro, Pablito, è in Colombia a Medellin, è una specie di influencer, emulo esteticamente dell'arcinoto Pablo Escobar. Gioca sulla somiglianza fisica per raggranellare follower.
Quando Pablito posterà sui social che è stato rapito dai narcos, Reda raduna una gran quantità di gente per andare a liberarlo che sulle prime si mostrerà entusiasta. All'aeroporto di partenza si presenteranno solo in due che non sono propriamente dei top-di-gamma fisicamente parlando
Le leggenda dell'Olandese Volante, per alcuni solo folcloristica e per altri mitologica (persino Richard Wagner l'ha musicata), trova qui l'ennesima re-interpretazione. Cosa sei disposto a dare per amore? Questa la domanda chiave e filo rosso di tutto il film, i cui 2 protagonisti sono una dea in carne e ossa come Ava Gardner e un altro grande del cinema-che-fu: James Mason.
Quest'anno questo film, famoso oltre ogni merito, compie 50 anni. Ne parlano i giornali, chi sono io per non farlo? Che piaccia o meno, niuno può negare che è entrato nella storia del cinema italiano. D'altronde, in un paese che proclama lutti nazionali, chiusure di attività parlamentari, funerali di stato (e dimentico qualcosa), per un pluripregiudicato (e non parliamo di rubar galline...), perché stupirsi?
Cinepanettone? Diciamo commedia natalizia per famiglie. Siamo nel campo della commedia frizzante, un po' slapstick, tanti equivoci, questioni sentimentali ingarbugliate, lieto fine. Tutto prevedibile ma di buona fattura e il noto trio comico "Aldo, Giovanni e Giacomo" torna a far ridere, riuscendoci.
Raf Vallone (Saro) ed Elena Varzi (Barbara) saranno mai così felici e sorridenti come in locandina?
Dalla Sicilia sino in Francia come immigrati illegali, un viaggio interminabile e avventuroso al termine del quale non tutti arriveranno.
"La pellicola, con protagonista Jason Statham, è l'adattamento cinematografico del romanzo horror fantascientifico del 1997 MEG scritto da Steve Alten.
Jonas Taylor, un sub ed esploratore marino che lavora per conto della Marina degli Stati Uniti, tenta di salvare un gruppo di scienziati intrappolati all'interno di un sottomarino nucleare nella Fossa delle Filippine. Mentre Taylor sta salvando l'ultimo sopravvissuto, vede le pareti dello scafo che sono danneggiate da una creatura sconosciuta. Quando torna alla nave di soccorso, due membri del suo equipaggio sono rimasti bloccati nel sottomarino.
Il titolo inizia in minuscolo anche nel film e ho rispettato la cosa, mi è piaciuto considerare che manca il "Se" iniziale, condizionale fondamentale nel titolo dello storico libro di Primo Levi, racconto lucido della sua esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz.
Cosa ti aspetti di vedere da un film erotico di Tinto Brass? Un'attrice nel fiore degli anni disinibita, una storia con qualche parafilia, bigottismi e ipocrisie varie messe in crisi da comportamenti sregolati, varie ed eventuali su come sesso e sensualità pervadano la vita sociale sempre e in ogni istante.
Aspettative tutte molto ben ripagate da "Monella".
Trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Paolo Cognetti, vincitore Premio Strega 2017. E' un racconto di formazione condivisa tra 2 ragazzi che abbraccia i 3 momenti più tipici di questo tipo di narrazione: infanzia, adolescenza e maturità (età adulta).
Film meraviglioso per trama, luoghi e tutto quanto fa Cinema. Ha vinto il premio della giuria a Cannes 2022 e 4 David di Donatello con ben 12 candidature. Parliamo quindi di un'opera ampiamente apprezzata.
Film del progetto "100 Film italiani da salvare".
Ecco: il maligno concepisce vanità,
partorisce malizia e genera inganno.
Scava una fossa
e cade nella buca da lui fatta.
(Davide, Salmo VII)
Questo l'incipit del film nei titoli di testa. Non potrebbe esserci miglior sintesi della trama.
Vincere 7 volte, consecutivamente, il Tour de France, "Sua Maestà" delle corse a tappe e del ciclismo in generale, ti scaraventa nell'Olimpo. La successiva caduta nell'Ade, appena resa nota la scientifica Programmazione dell'utilizzo di ogni genere utile di doping, EPO su tutti, sarà uno shock mondiale per lo sport (non solo per il ciclismo) e anche per i malati di cancro che in Lance Armstrong avevano trovato un modello di coraggio e successo da inseguire.
Cresci a Sacramento, in California, che non è come essere a Los Angeles. Un quartiere borghese normalissimo, fatto di vita abitudinaria. Mettici anche un Liceo Cattolico e la fede a scuola come anche a casa è un fatto, non dominante, ma importante, con tutti i valori che con esso si porta. E' il ritratto di una periferia affatto problematica, anzi piuttosto serena, solo che la sua Prevedibilità può costituire un problema.
"Decostruire Harry", "Scomporre Harry": così forse sarebbe stato tradotto il titolo se i termini fossero stati di moda come adesso a causa dei troppi "chef" in TV, capaci di servirti persino una "pasta al burro scomposta".
"Harry a pezzi" è comunque titolo efficace, soprattutto nel definire la vita incompiuta e incomponibile nella Realtà di uno scrittore di successo, che identifica e trae ispirazione per i personaggi dei suoi romanzi da quelli che, nel suo caos privato, contornano le sue esperienze reali.
Film del progetto "100 Film italiani da salvare".
Un ladro entra con l'auto appena rubata nell'officina dell'ignaro Guglielmo (Amedeo Nazzari), marito di Rosa (Yvonne Sanson). Quando andranno a recuperarla, con una scusa, il capo-complice del ladro si rivelerà essere Emilio (Aldo Nicodemi), un vecchio fidanzato di Rosa, che comincerà a tormentarla al punto di volerla portar via con sé abbandonando marito e due figli piccoli.
"Cosa vedi quando chiudi gli occhi?". E' una frase innocua per gli umani, fatale per i robot, compresi gli umanoidi. Appena un umano la pronuncia, il robot verso cui è rivolta si resetta completamente. Se il robot è uno degli SI-9 al quale gli ingegneri cibernetici stanno lavorando, è una frase che manda a monte mesi o anni di lavoro e speranze.
"Sentaro è un solitario e riservato venditore di dorayaki, piccoli dolcetti giapponesi composti da due dischi di Pan di Spagna al cui interno viene inserito un ripieno di marmellata di fagioli dolci, il cui piccolo negozio nella periferia di Tokyo è frequentato assiduamente da pochi e soliti avventori, tra cui la giovane Wakana. Un giorno, una vecchietta si presenta nel negozio, chiedendo di essere assunta come aiuto cuoco. Sentaro, causa l'età della donna e avendo essa confessato di avere alcuni problemi alle mani e alle dita, rifiuta ma, dopo aver assaggiato il suo anko e avendolo trovato delizioso, decide di assumerla.
"Il dodicesimo uomo racconta la drammatica storia della fuga di Jan Baalsrud dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Nelle Shetland, 12 combattenti della resistenza norvegese salgono a bordo di un peschereccio con otto tonnellate di tritolo e attraversano il Mare del Nord come parte dell'operazione Martin con un piano per sabotare le strutture militari tedesche. La missione si mette nei guai subito dopo aver raggiunto la Norvegia, dove il loro contatto locale è morto da tempo e la loro identità è compromessa da un simpatizzante tedesco, che informa i tedeschi del loro arrivo. ... "
"Basato sulla biografia L'uomo che vide l'infinito - La vita breve di Srinivasa Ramanujan, genio della matematica scritta da Robert Kanigel nel 1991, il film racconta la storia vera di Srinivasa Ramanujan, un matematico indiano che, dopo essere cresciuto povero a Madras, ottiene l'ammissione all'Università di Cambridge durante la prima guerra mondiale, dove diventa un pioniere nelle teorie matematiche sotto la guida del suo professore e mentore, G. H. Hardy. ..."
Mi bastava la presenza di Donnie Yen (ineguagliabile protagonista del capolavoro "Ip Man" e seguenti) per decidermi a vederlo. E' stato anche regista delle scene di combattimento. Volevo vedere lotta, fratture, sangue, nel più tipico stile del gongfu-movie ma niente, mi sono trovato di fronte a un grandissimo film, spettacolare in ogni senso.
"New York, anni 2000. Michael Clayton (George Clooney) è un ottimo avvocato, figlio di un poliziotto e con un fratello tossicomane. Lavora per un prestigioso studio legale newyorkese che, tuttavia, lo utilizza non come legale patrocinatore, ma per questioni delicate da risolvere extra tribunale con ogni scappatoia possibile. ...".
"Il film, con protagonisti Michael Keaton, Emma Stone ed Edward Norton, ha aperto la 71ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 27 agosto 2014 ed ha ricevuto nove candidature agli Oscar 2015, vincendone quattro: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia. Ha inoltre ricevuto sette candidature ai Golden Globe 2015, aggiudicandosene due.