sabato 14 novembre 2009

Teza

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Anberber ha studiato medicina in Germania e ritorna in Etiopia definitivamente dopo molte vicissitudini, per ritrovare sua madre e la sua terra. C'è già stata da tempo la rivoluzione marxista che ha portato al potere Mengistu e che soprattutto ha portato ad un regime di terrore il popolo, che lui ha vissuto dopo il suo primo ritorno, quando con l'amico e compagno di studi Tes aveva cercato di portare avanti un centro di analisi e cure mediche.

Per due terzi abbondanti del film scopriremo a ritroso la vita passata di Anberber, che lo ha profondamente segnato e gli provoca incubi continui tanto che esorcisti tentano di guarirlo. Il periodo di studi e le amicizie e amori tedeschi, il rientro dopo la rivoluzione che a tanti, ma non a lui, aveva gonfiato il petto di speranza per una vita felice in patria; le vessazioni violente, sia fisicamente che verbalmente, subite da alcuni esagitati rivoluzionari che vedevano di malocchio gli intellettuali; il rientro in Germania su richiesta del governo etiope coi problemi di reinserimento sia tra i connazionali che, soprattutto, fra i tedeschi tra i quali i fenomeni di razzismo e xenofobia sono in grande aumento e lui ne sarà vittima; il crollo del muro di Berlino poco prima del suo rientro definitivo in Etiopia, le difficoltà ideologiche che ha causato, insieme alla politica innovativa di Gorbaciov.

E' meravigliosa la rappresentazione cronologica degli eventi. Non semplici flashback ma innesti di trama che non trascendono mai il presente. Anberber sogna anche ad occhi aperti, ogni avvenimento che vive lo traspone su di sé quasi come un de-ja-vu.
La sua "scienza" affronta il fanatismo politico e le tradizioni pagano-cristiane con fierezza e ciò qualche problema glie lo provoca. Attraverso di lui e degli altri personaggi veniamo però in contatto con una cultura complessa piena di tradizioni, superstizioni, molto credente, estroversa e allegra. Interessantissimo tutto.

Alcune scene sono d'uno splendore fotografico uniche. E' un film di qualità eccelsa anche solo dal semplice punto di vista cinematografico. Grande onore ad Haile Gerima che lo ha scritto e diretto.
Tutto ciò poi passa quasi in secondo ordine, per la storia decisamente pregna ed emozionante. Della trama in realtà ho detto davvero poco. Anche gli "italiani" sono spesso citati, per motivi intuibili che certo non risiedono nel nostro "glorioso" passato.

Da non perdere. Assolutamente.

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