domenica 21 febbraio 2010

Invictus (aka The Human Factor)

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11 Febbraio 1990 Mandela viene scarcerato, dopo 27 anni di cella 3x3 e lavori forzati. Alle prime elezioni aperte a tutti viene immediatamente eletto presidente del Sud Africa.
Il suo sarà un'estenuante e difficilissimo lavoro improntato alla compassione, al perdono ed alla riconciliazione, senza trascurare alcun dettaglio.

Nel 1995 si terranno i mondiali di rugby proprio in quel paese, dove è sport nazionale e purtroppo la squadra, chiamata Springboks, è considerata dai neri un simbolo dell'apartheid, per il suo inno, i colori della maglia, i giocatori tutti bianchi, al punto d'averci sempre tifato contro. La squadra tra l'altro, a un anno dalla manifestazione, dà segni di scarsissima forma sia tecnica che fisica...

Mandela va oltre, e la sua umanità ed intelligenza, anche politica, gli fanno comprendere che invece quei mondiali e quella squadra sono una grandissima occasione per unire tutto il popolo sudafricano. Dovrà affrontare le grandi perplessità della popolazione nera. Studierà il rugby, imparerà a memoria visi e nomi di ogni singolo giocatore, creerà un rapporto di profondo e reciproco rispetto col capitano carismatico della squadra, François Pienaar, il quale comprenderà profondamente le reali intenzioni di Mandela e la missione che gli ha affidato...

Quella di Mandela è una lezione di Leadership nel senso più alto del termine, intraducibile in italiano.
Quella di Pienaar una lezione di umiltà e coraggio, degno del suo presidente.

Fantastici i momenti che la squadra, su espressa richiesta del presidente, girerà l'intero paese, in particolare le zone più povere abitate dai neri, e poi quando, durante un allenamento, i giocatori con mogli e fidanzate verranno portati a visitare il durissimo carcere di Robben Island, una "alcatraz" al largo di Città del Capo, ora memoriale visitato da molti, con la cella di Mandela perfettamente "restaurata" come in origine.

Impressionanti, imponenti, le scene di rugby, 30 minuti di "finale sulla finale", del torneo mondiale, tra gli Springboks e i neozelandesi All Blacks, la squadra più forte di tutti i tempi, fantastico per tutto! Lo Human Factor "illustrato in azione", con una cura nelle riprese, nell'audio che solo un grandissimo regista poteva rappresentare.

Gli aggettivi non si sprecano per un film così pregno, per qualità, per la meravigliosa Storia Vera rappresentata. Le interpretazioni di Matt Damon e di Morgan Freeman sono perfette.
Capolavoro che solo per poco sfiora l'Olimpo. Clint Eastwood è invece da Olimpo! Al solito, non fa sconti ad alcuna debolezza od aberrazione umana, ma qua la Storia gli impone un grande finale e lui lo esalta senza retorica od eccessiva enfasi: i fatti ne avevano di per sé senza bisogno di eccessi cinematografici.

Note:
- La sceneggiatura deriva dal libro "Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game That Made a Nation" di John Carlin.
- Il bellissimo titolo "The Human Factor" è stato dato durante le riprese, poi cambiato in Invictus prima del rilascio.
- Tema sonoro originale, splendide canzoni, curate anche da Kyle Eastwood, figlio di Clint.
- Jonah Lomu , famosissimo, bravissimo e potentissimo giocatore d'origine Maori di allora, non ha potuto partecipare per un Cameo che sarebbe stato storico, per motivi purtroppo comprensibili, ma è stato degnamente rappresentato da Isaac Feau'nati che con lui condivide struttura fisica ed origini. Forze della natura.

Ho sicuramente dimenticato di dire qualcosa, meglio così.
Per concludere... Invictus è un bellissimo poema del poeta inglese William Ernest Henley, che molto incoraggiò Mandela durante la prigionia, e che lo stesso riscrisse a memoria, di proprio pugno, per darlo al capitano della squadra come incoraggiamento.
E' stupendo!

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


5 commenti:

  1. Non ho visto il film ma già il cast ed il regista sono una garanzia.
    E' come quando si compra un libro solamente perchè è stato scritto da un autore che si apprezza, indipendentemente dal titolo e dalla trama sappiamo già che sarà un'ottima lettura.

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  2. vero, infatti le aspettative erano altissime e non sono rimaste disattese.

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  3. ecco un'altro film che aspetto con ansia... e ora che ho letto il tuo parere l'ansia è aumentata

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  4. Allora anche qua il grande Clint...ci ha preso in pieno...no dico e la poesia...???? Messa anche nel mio Blog! Bello bello bello!

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  5. eh, vedi Laura? questo lo vidi prima che uscisse in Italia, pensa! ;-)

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