domenica 28 febbraio 2010

La ballata di Stroszek

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Bruno Stroszek esce di prigione a Berlino, torna alla casa che l'amico Scheitz gli ha conservato e ritrova Eva, amica prostituta maltrattatissima dai protettori.

Bruno è un musicista di strada, suona la fisarmonica, ma quello che guadagna è insufficiente, inoltre continua a subire vessazioni, in particolare dai protettori di Eva. Decidono tutti di partire per gli usa, nel Wisconsin vive un parente di Scheitz, c'è la speranza di trovare un mondo senza preconcetti verso di loro, dov'è più facile vivere.
I soldi per il viaggio li procurerà Eva, come sa fare...

Bruno farà il meccanico, Eva farà la cameriera, Scheitz s'arrangerà. Tutto bene fino a quando non finiranno nelle mani delle banche per acquistare una casa prefabbricata, con televisore e frigorifero. I debiti strangoleranno i 3, i sogni svaniranno.

Poetico e malinconico proprio come una di quelle ballate che Bruno andava cantando per strade e cortili. Storia a base di disincanto per un uomo, Bruno, che non ha margini né speranze di trovare spazio nel mondo.

Bellissimo, assolutamente merita la visione.

La solita "prosa" dura ed asciutta di Herzog trova ispirazione proprio nella vita dell'attore stesso, Bruno S., che già aveva scelto per quella meraviglia di film e di storia che è L'enigma di Kaspar Hauser. Il film è dedicato a lui di fatto, l'attore che attore non è interpreta sé stesso, il film è suo, è Lui, praticamente. Fortunatamente il drammatico e splendido finale non è biografico.

Il Pollo Danzante è diventata un'icona di questo film. L'arrivo in quella stranissima sala giochi dove ci sono animali veri che fanno gesta bizzarre è il preludio del finale ma anche, a mio parere, un momento carico di grande metafora.
Quella sensazione di essere una marionetta che obbedisce a regole scritte al di fuori di ogni sistema politico, dettate in realtà da poteri che non conoscono né etica né pietà ogni tanto mi pervade. Mi sento un po' un pollo anch'io, danzo le musiche scelte per me da qualcuno, m'illudo di essere padrone del mio destino che poi, in quei brutti e lucidi momenti di riflessione, mi pare correre su binari già tracciati e non da Qualcuno ma da un Qualcosa, e quelli che tracciano i binari a loro volta, non se ne rendono conto, s'illudono di essere su un binario privilegiato ma sono solo ingranaggi. Curiosa coesistenza circolare di vittima-carnefice per una coesistenza fallace tra esseri umani che non sa auto-correggersi ed invece pare peggiorare con l'avanzare della "civiltà" moderna.
Bruno è rivelatore del sistema e non ne è la sola vittima se non in apparenza. Non ci sono figure vincenti.

Curiosità che ho letto su wiki: Il cantante dei Joy Division Ian Curtis vide questo film prima di togliersi la vita.
Aggiungo che trattasi appunto di curiosità, non c'è alcuna relazione di causa-effetto.

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