Siamo purtroppo alle solite. Se non avessi la fortuna di conoscere personalmente Luca Alverdi, il bravissimo montatore di questo film ed una delle persone che mi sono più care al mondo, come un fratello per me, di quest'opera non ne avrei saputo nulla. E pensare che è l'unico frutto di un accordo tra Italia e Brasile che risale al 1974 per la produzione condivisa di film! Ho partecipato ieri, all'Università Cattolica di Milano, alla prima serata della V rassegna dell'Istituto Brasile-Italia di cinema contemporaneo brasiliano che durerà ancora fino al 23-5, la consiglio vivamente e trovate info QUA, che si è aperta appunto con questo film, preceduta nel pomeriggio da un'interessante conferenza proprio con gli italiani che hanno contribuito a questa produzione. Compresi gli studenti non credo che si superassero le 50 presenze e ad ogni modo è un numero che voglio leggere come speranza. La sala del Cinema Gnomo invece, che non è proprio piccolissima, era invece stracolma di gente entusiasta durante ed al termine della proiezione, a riprova che non è vero che il pubblico non gradisce il cinema d'autore! E' sempre ed il solito problema che le distribuzioni non ci credono, ma adesso mi fermo qua, ne avrei troppe da dire, magari in altre sedi lo farò.
Ora parliamo del film...
Potere, sesso e arte culinaria, così recita l'azzeccatissimo sottotitolo.
Ci sono 2 vite da vedere dello stesso protagonista. La persona è la stessa, i nomi diversi. In una è Raimondo Nonato, che dalla "provincia" brasiliana arriva a Rio in cerca di lavoro, una speranza di vita. Nell'altra è Alecrim, Rosmarino, cuoco prediletto dai boss in un carcere. Non sono vite parallele, sono solo 2 fasi della vita dello stesso Raimondo, che però hanno un parallelismo sostanziale negli eventi pur nei 2 diversissimi contesti, dei quali immediatamente non è possibile comprendere quale sia prologo e quale epilogo.
Raimondo arriva a Rio con la coda fra le gambe, viene inizialmente sfruttato come cuoco e factotum in una specie di pizzicheria dove presto emergerà il suo innato talento per la cucina e dove s'innamorerà di Iria, una prostituta che mangia a 4 ganasce e di gran gusto che lo ripagherà con piacevoli prestazioni ed anche un po' d'affetto. Passerà poi in un ristorante italiano, più importante, dove imparerà tecniche molto più sopraffine, i grandi vini e prodotti dello stivale ed anche come l'ingenuità venga poi ripagata anche da chi meno te l'aspetti.
Rosmarino in carcere è spaesato, ultimo nella scala gerarchica deve dormire per terra nella sovraffollata cella. Poi emerge il suo talento, riciclando il rancio produce piatti molto più appetitosi aggiungendo pochi aromi e presto si capisce che il carcere è successivo al suo arrivo a Rio. Mangiare bene in un luogo come quello è un lusso insperato, presto scalerà la gerarchia e dormirà sempre più in alto sulle brande, vero trono locale.
Quanto potere può dare una buona cucina se sapientemente usata? Molto.
Perché è finito in carcere Raimondo? A questa domanda rispondono gli ultimi frame, finale davvero eccezionale!, non ve lo rovino di sicuro così come ho omesso di raccontare diverse scene godibilissime, perché questo film consiglio vivamente di fare di tutto per vederlo! Domenica prossima c'è la replica alla stessa rassegna. Ve lo godrete come me in lingua originale, non voglio nemmeno pensare alla violenza che subirebbe con un doppiaggio e che subirà sicuramente se qualcuno deciderà finalmente di distribuirlo qua da noi.
Film di grande qualità. La storia è realistica, divertentissima e molto originale. Opera prima come lungometraggio, ma Jorge lavora da tempo nel campo dei video e si vede, speriamo di vederne altri. Una menzione di grande merito a Luca Alverdi perché lo svolgimento del film ha richiesto decisamente un lavoro sapiente. 5 settimane sono durate le riprese e 3 mesi il montaggio e la sincronia delle musiche, ci sarà un perché! Belle anche le musiche di Giovanni Venosta, con molteplici richiami sia alla musica brasiliana etnica e non che, com'egli ha esplicitamente dichiarato in conferenza, alle musiche da film italiane di un po' d'anni fa in particolare riferimento a Nino Rota ed Ennio Morricone. Sui richiami a quest'ultimo purtroppo s'è scontrato il mio gusto personale, non lo amo particolarmente e soprattutto quel "fischio" stile western di Leone mi risulta indigesto, ma ripeto che non è una considerazione oggettiva, è solo ed unicamente dettata dal mio gusto musicale.
Mentre scrivo Estômago ha 7,7 di rating su imdb, ha vinto 4 premi su 6 disponibili al festival di Rio nel 2007, ha raccolto oltre 20 premi internazionali, in molti altri paesi anche europei è stato già distribuito ed apprezzato.
Mica male visto che è costato meno di 800mila euro realizzarlo!
Assolutamente da vedere.
mi chiedo quante cosa la nostra cultura si perde! Quante!?!
RispondiEliminaguarda Ernest, secondo me da noi arriva forse il 10-20 % della produzione mondiale di qualità, stima personale.
RispondiEliminaMi sa che ci toccherà aspettare un eventuale DVD o scaricarlo, malgrado la tua recensione abbia più convinto del fatto che meriterebbe distribuzione (chissà se e quando) e la visione al cinema.
RispondiEliminaCondivido il tuo pensiero sulle musiche di Rota e Morricone...va bene citare, ma cerchiamo di fare anche qualcosa di nuovo.
Grazie Roberto per i tuoi elogi, che so essere sinceri. Avrei, chiaramente, qualcosa da aggiungere ia ciò che hai già detto a proposito delle difficoltà di distribuzione del cinema di qualità indipendente... Mo lo farò in seguito, dopo il mio rientro a Lisboa. Un abbraccione! :-)
RispondiEliminaciao Luca, immagino che ne hai da dire, e molto.
RispondiEliminabuon viaggio di ritorno :-)