L'ultimo atto come regista della grande carriera di Sidney Pollack, morto nel 2008, è questo film documentario, una novità per lui, ritratto del suo amico ed architetto Frank Gehry.
Gehry è riconosciuto come uno dei più grandi architetti viventi. Tra le tante opere che ne hanno decretato la fama, quella sicuramente più nota è il Guggenheim Museum di Bilbao, luogo d'incredibile bellezza che è diventato per la stessa città un simbolo e motivo di visita per numerosissimi turisti. Non ho resistito alla tentazione di salvarmi qualche frame con le immagini bellissime del museo.
La vita di questo architetto non ha connotati eroici. Piccoli problemi familiari, un divorzio con la prima moglie, ma niente di più. E' stato invece un personaggio di rottura coi cliché, se così vogliamo chiamarli, dell'architettura.
In tutta onestà non ho competenza per parlare di architettura, scultura ecc... .
Dico solo che è stata una visione piacevolissima, che consiglio.
Anche ai profani come me non può sfuggire la bellezza di certe creazioni.
L'Arte è creare qualcosa, il Lavoro è ripetere e copiare, e l'Arte soprattutto quando ben illustrata e spiegata diventa patrimonio diffuso e comune, quindi film come questo, incentrati in particolare sul momento creativo e sulla produzione che ne deriva, sono da osannare, in totale antitesi coi documentari biografici più incentrati sull'esaltazione del personaggio che delle sue opere.
Può piacere o meno l'opera di Gehry, come tutti i grandi personaggi ha chi lo critica, ma nessuno può negare il suo effetto dirompente su un campo che tende a tipizzarsi. Io di mio aggiungo, cosa che non è emersa forse a sufficienza nel film, che l'Architettura nasce come forma d'Arte. Non dimentichiamoci poi che molti dei grandi pittori e scultori del passato erano anche geniali architetti. Gehry quindi in ultima analisi è forse uno che, nella espressione libera delle forme a cui punta, in realtà spontaneamente ritorna a quello che era lo spirito originale dell'Architettura, prima che diventasse una professione.
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