mercoledì 15 agosto 2007

Mo' better blues

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E' la storia, fin troppo stereotipata, di un jazzista nero, della sua band, della sua fame di sesso... il nome del mitico John Coltrane compare spesso, persino una frase del suo famosissimo disco "A love Supreme" compare nei titoli di coda, ma nel film manca la droga e l'alcol, quelli che uccisero Coltrane e che forse avrebbero ulteriormente esagerato l'esibizione di stereotipi.

La sola cosa che si apprezza, al solito, è la incommensurabile bravura di Spike Lee di ritrarre la comunità afroamericana con dramma e comicità.

Per il resto, davvero, questa quarta opera di Lee non m'è parsa un granché, ma se si ama il jazz si può goderne la visione.

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