Opera prima del noto regista russo e Leone d'Oro (ex aequo con Cronaca familiare di Valerio Zurlini), anche se, a quanto leggo, con qualche contestazione di tipo "intellettuale". Anche in unione sovietica non fu accolto proprio bene, ma per altre ragioni. Tarkovsky fu censurato dal regime sovietico fin dagli anni '30 e solo nel 1960 riprese a pubblicare libri, ma la prevenzione del regime verso di lui era forte nonostante i grandi meriti che ebbe durante la guerra, dove perse anche una gamba.
Il film è la storia di Ivan, che prima tra i partigiani, poi per l'esercito russo svolge il pericolosissimo ruolo di staffetta attraversando le linee tedesche da solo ed in condizioni paurose. Ivan ha solo 12 anni...
E' uno dei film più pesanti che mi sia capitato di vedere, disadorno, onirico, con musiche e suoni dodecafonici, eppure sono rimasto incollato a vederlo, per le bellissime immagini, le atipiche pose di ripresa e le impressionanti rullate di macchina su alcuni paesaggi.
Fantastico!
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