Regista impegnato politicamente, non sempre ha fatto centro, a quanto pare, ma questo film è giustamente famosissimo. Film documento, in un bianco e nero perfetto, racconta passo passo quella che è stata una battaglia di popolo nata con piccoli attentati e diventata poi feroce.
Grande coraggio, da parte di Pontecorvo. L'Algeria conquistò l'indipendenza nel 1962 e presentarlo a Cannes solo 4 anni dopo, dove avrebbe sbaragliato qualunque film, forse era troppo... Vinse a Venezia ed in molte altre mostre cinematografiche.
Il film parte da un epilogo: l'uccisione, Agosto 1957, da parte della brigata paracadutisti francese mandata a sedare la rivolta armata organizzata dall'FLN (Fronte Liberazione Nazionale) iniziata solo un anno prima, di Alì La Pointe, l'ultimo leader rivoluzionario rimasto in vita. Poi ripercorre la storia di questa rivolta, che venne sì repressa, ma fu la svolta definitiva dei rapporti tra i francesi e i "topi neri" (così li chiamavano i francesi delle colonie agli arabi) e gli algerini della capitale. La rivolta nelle montagne era in atto da tempo, ma mancava appunto quella della capitale, dove vivevano realmente i civili francesi nella cosidetta "città europea" e gli arabi nella casbah in un clima pacifico solo in apparenza.
Raccontare la storia sarebbe quasi come rivivere, in parte e per molti aspetti, fatti recenti. Vi lascio la visione, molto istruttiva. Se fossero fatti inventati potremmo dire che si tratta di una sceneggiatura fantastica, e lo è, ma ha soltanto riportato, con grandissima franchezza quanto avvenuto realmente, ed allora si può davvero dire un luogo comune, una volta tanto: "la realtà supera, sempre e di gran lunga, l'immaginazione".
Cinematograficamente parlando...
Film grandioso, un colossal, con scene persino utilizzate nei documentari talmente sono realistiche e vere. Tutto è perfetto, la struttura della storia, la rispondenza storica, la fotografia, le musiche curate dallo stesso Pontecorvo e Morricone.
C'è una scena da brividi: dopo i primi attentati alcuni poliziotti francesi in borghese si recano di notte nella casbah sotto coprifuoco e fanno un attentato dinamitardo uccidendo a caso, che darà poi il "la" alle rappresaglie contro i civili francesi. Il momento della raccolta dei morti e feriti nella casbah è cinema puro, le immagini sono devastanti, il silenzio totale e solo una leggera musica rende lo stato d'animo degli arabi. Me la sono rivista 4 volte.
Grande coraggio, da parte di Pontecorvo. L'Algeria conquistò l'indipendenza nel 1962 e presentarlo a Cannes solo 4 anni dopo, dove avrebbe sbaragliato qualunque film, forse era troppo... Vinse a Venezia ed in molte altre mostre cinematografiche.
Il film parte da un epilogo: l'uccisione, Agosto 1957, da parte della brigata paracadutisti francese mandata a sedare la rivolta armata organizzata dall'FLN (Fronte Liberazione Nazionale) iniziata solo un anno prima, di Alì La Pointe, l'ultimo leader rivoluzionario rimasto in vita. Poi ripercorre la storia di questa rivolta, che venne sì repressa, ma fu la svolta definitiva dei rapporti tra i francesi e i "topi neri" (così li chiamavano i francesi delle colonie agli arabi) e gli algerini della capitale. La rivolta nelle montagne era in atto da tempo, ma mancava appunto quella della capitale, dove vivevano realmente i civili francesi nella cosidetta "città europea" e gli arabi nella casbah in un clima pacifico solo in apparenza.
Raccontare la storia sarebbe quasi come rivivere, in parte e per molti aspetti, fatti recenti. Vi lascio la visione, molto istruttiva. Se fossero fatti inventati potremmo dire che si tratta di una sceneggiatura fantastica, e lo è, ma ha soltanto riportato, con grandissima franchezza quanto avvenuto realmente, ed allora si può davvero dire un luogo comune, una volta tanto: "la realtà supera, sempre e di gran lunga, l'immaginazione".
Cinematograficamente parlando...
Film grandioso, un colossal, con scene persino utilizzate nei documentari talmente sono realistiche e vere. Tutto è perfetto, la struttura della storia, la rispondenza storica, la fotografia, le musiche curate dallo stesso Pontecorvo e Morricone.
C'è una scena da brividi: dopo i primi attentati alcuni poliziotti francesi in borghese si recano di notte nella casbah sotto coprifuoco e fanno un attentato dinamitardo uccidendo a caso, che darà poi il "la" alle rappresaglie contro i civili francesi. Il momento della raccolta dei morti e feriti nella casbah è cinema puro, le immagini sono devastanti, il silenzio totale e solo una leggera musica rende lo stato d'animo degli arabi. Me la sono rivista 4 volte.
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