domenica 17 gennaio 2010

24 Hour Party People

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Tommy Wilson si occupava di trasmissioni televisive ma la sua grande passione è la musica e se ne intende. Dopo il primo concerto dei Sex Pistols in un localino (40 persone circa il pubblico) che sconvolse lui e non solo, l'avvento di un nuovo genere di rottura, comincia a maturare l'idea di un'innovativa casa discografica impostata come una cooperativa, la Factory Records.

Grazie ai nuovi gruppi emergenti del Punk e del Post-Punk, Manchester diventa il centro della new-wave musicale che invade l'Inghilterra alla fine degli anni '70 in pieno tatcherismo, una fase della storia inglese di rivoluzione in tutti i sensi. Insieme alla Factory, Tommy crea un luogo d'incontro, dove "la gente bianca" comincia a ballare come dice, The Hacienda, altro punto di riferimento. Nei primi '80 s'impongono le nuove tendenze dance, i primi Rave Party...

Non c'è politica in senso stretto, né nelle idee dell'idealista Tommy né nei gruppi che ha portato alla ribalta, anche se i vari movimenti giovanili dell'epoca, skinheads compresi, tendono ad identificarsi in parte nei punk. Qualcuno prova a fare dei collegamenti ma non hanno senso. La musica è trasversale, e certo la punk non voleva far sembrare il mondo meglio di quello che era, quindi ha raccolto consensi ad ogni livello, come disprezzo da parte di alcuni.

La prima parte è tutta punk e post. Dominata in particolare dal mitico (io li adoro!) gruppo dei Joy Division, dominati dal folle genio di Ian Curtis. Due soli album di fatto, prima del suicidio del leader, ma una musica di potenza dirompente, con una voce che ancora oggi raccoglie emuli. I New Order che gli seguiranno faranno cose buone, ma senza "il pazzo" la magia s'è persa.
Morto Curtis, Tommy sbanda ma poi riprende a guardare avanti, a comprendere la voglia di ballare, la nuova forza dei DJ che non sono più solo postatori di dischi ma diventano produttori di ritmo. C'è voglia di dance e la seconda parte è dominata dagli Happy Mondays guidati da un altro pazzoide, Shaun Ryder. Il titolo del film, emblematico, è il titolo di un pezzo di questo gruppo.

BELLISSIMO! Da non perdere. Se si ama questo periodo musicale ancora meglio.
Io personalmente non l'adoro in toto, ma i Joy Division sono nel mio olimpo.

Film prodotto con cura e competenza dal bravissimo Winterbottom, che ha goduto della consulenza personale dello stesso Tommy Wilson, morto 2 anni fa. Senza enfasi inutili e con un realismo "totale": tutti i fatti sono reali, comprese le leggende che sono "più reali del reale" in un mondo invaso da alcool e droghe.

2 commenti:

  1. Questo non l'ho visto e nemmeno Genova, li guarderò. Di Winterbotton conosco Il bacio della farfalla, che hai recensito, Benvenuti a Sarajevo e Go now, che è quello che più ho apprezzato.

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  2. tra questo e genova c'è un abisso, non sembrano nemmeno dello stesso regista.
    il bacio della farfalla è fantastico, e sembra un altro regista anche lì.
    difficile connotare Winterbottom

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