domenica 10 gennaio 2010

Antichrist

18
C'è del Genio in Danimarca, che riporta ai nostri tempi paure ed incubi che erano realtà vissute in particolare negli anni della inquisizione e che videro il massimo "splendore" in termini di violenza tra il 1300 e la fine del 1600. I maggiori richiami sono per il periodo della nota Caccia alle streghe.

Sinossi: Un bambino cade da una finestra mentre i genitori fanno l'amore al piano di sotto. Tragedia. Lei, giovane ancora laureanda, la paga molto duramente in termini psichici e finisce in ricovero e cura di psicofarmaci. Lui, più maturo che opera come psicoterapeuta, regge meglio il colpo. Passato oltre un mese decide di portare la moglie a casa, di sospendere i farmaci e di provvedere personalmente alle cure della moglie.
Sarà una scelta infelice. Anche se lui agisce con competenza la situazione scorretta di marito-terapeuta causa imbarazzo e formalità. Indaga sulle sue paure, emerge che ha paura del Bosco dell'Eden, una località dove hanno un piccolo chalet molto rustico. Ci vanno insieme. L'ultima estate prima della morte del figlio la donna ci era rimasta a lungo da sola, proprio col figlio. Lei supererà le angosce, ma nel mentre lui scoprirà che la tesi che stava preparando, senza ultimarla, sulle torture del '600 aveva già inciso molto ed in modo determinante sulla psiche della moglie, la quale, fin troppo guarita, anelerà ad una immolazione di stampo satanista... inizia una lotta cruenta.

Anche se il film è interamente incentrato sul dramma vissuto dalla coppia, praticamente i soli attori presenti, la mia personale interpretazione, vedi l'incipit, è che proprio come nella Trilogia Europea dove Lars è andato alla ricerca dei fatti salienti e determinanti per la cultura attuale, anche qui il tema è quello delle radici storiche della cultura europea, dei fatti che ne hanno determinato quella attuale.

Dopo la divertente satira de Il Grande Capo, Lars torna ad una narrazione a capitoli, ma trattasi di semplice espediente teatrale, col quale cambiare tecnica di ripresa, ritmo, argomento. A me piace ma non gli darei troppo peso in termini cinematografici. Quello che conta è che in Antichrist Lars utilizza per certi aspetti lo stile di Dogville, soprattutto nel trattare gli attori, ma toglie la voce narrante e soprattutto elimina, cosa che avevo apprezzato, la spiegazione stessa di ciò che accade, totale trasparenza su contenuto e messaggio, che tornando al film citato come anche in altri è presente nei dialoghi stessi di recitazione.

Antichrist presta il fianco alla libera interpretazione, quindi mi sbizzarrisco ed avviso anche eventuali lettori che: attenzione! da qui in avanti qualche spoiler sarà inevitabile.

Anzitutto la donna è il perno della storia, protagonista come argomento oltre che fisicamente. Pochi conoscono Medea eppure già lì, con la sua particolare interpretazione del testo di Euripide, Lars ha voluto dare alle donne una sorta di vendetta sullo strapotere maschile, presente nel testo originale ma Lars ci calca la mano, vendetta che compare anche in altri film (si pensi al finale del citato Dogville). Qui questo aspetto emerge lentamente, ma c'è, e più forte che mai. Bisogna attendere la guarigione dalle paure nel bosco, ma poi le cose, a me perlomeno, diventano chiare.
La donna nei suoi studi, che come detto sono arrivati al culmine l'estate prima della morte del bambino, ha maturato un odio profondo su 2 fronti: da un lato verso gli uomini come categoria e questo si spiega, dall'altro verso le donne vittime impotenti in particolare verso sé stessa e questo si spiega solo da alcuni fatti ma è più difficile da capire. Ciò che l'ha influenzata sono stati sì i fatti storici, ma molto gli studi sul satanismo, le stregonerie o cose simili. Questi ultimi le hanno dato una sensazione di potere anticristiano: se nel nome di Cristo sono state perpetuate le terrificanti torture ed uccisioni che studiava, nel nome di Anticristo quindi Satana si doveva e poteva perpetuare la rivalsa, la vendetta.

Il bambino è maschio, non è casuale. Durante la citata vacanza lei le metteva le scarpe al contrario, procurandogli sofferenza ed una malformazione che ha inciso sull'equilibrio dell'infante che iniziava i primi passi. Quando scende dal lettino coi piedi anormalmente divaricati e si dirige verso la finestra il baby-alarm è stato disattivato e da chi se non da lei? Il bambino cade, poi, con una perdita di equilibrio appunto: è salito sul bordo della finestra, con un tavolino lasciato colpevolmente vicino, ma non si lancia, semplicemente cade. La finestra è lasciata aperta in pieno inverno nevoso, è la neve che entra ad attirarlo. Il box è aperto. In breve: trattasi d'incidente procurato con forte colpa, ritengo con un'inconscia premeditazione. La scena iniziale, bellissima, va vista con attenzione senza farsi distrarre dai genitali che si penetrano. Si vedono, aggiungo, le scarpe ancora posate per terra, sempre al contrario, si vedono le 3 statuine sul tavolo Grief, Pain e Despair quasi un augurio di disgrazia. Ma questi particolari richiedono una seconda visione, io me la sono riguardata n-volte, difficile farci caso all'inizio: il ralenty e l'aria di Haendel "Lascia ch´io pianga" t'ipnotizzano.

La disperazione successiva è sincera, c'è senso di colpa tragico vero, alimentato ancora di più dalla "sana" consapevolezza. Anche Medea soffre nell'uccidere i figli avuti da Giasone, ma lei agisce con volontà ferrea, mentre qua c'era l'intenzione ma s'è lasciato fare al "caso", poi di fronte al fatto compiuto la decisione non completamente maturata ha portato la disperazione. Ma arriverà la guarigione, è vera, non finge.
Con la guarigione torna il primo inconscio ma voluto obiettivo: vendicarsi. Sul proprio uomo per le colpe di tutti gli uomini. E' lui a risvegliare la cosa, mostrandogli le foto del bambino in vacanza nel bosco con le scarpe al contrario, rivangando nei suoi studi per la tesi.

Quanto avviene quindi successivamente, se si accetta quest'ottica, diventa chiaro. Rimane il mistero dell'infibulazione che la donna si procura. Perché? A riguardo ho diverse ipotesi che non contrastano.
Al di là di significati satanici o stregoneschi che non conosco, con quell'atto la donna si mette nella condizione fisica e quindi spirituale pari alle donne che vuole vendicare, una sorta di rito d'iniziazione necessario per entrare in contatto con gli spiriti che invoca e che richiederanno l'uccisione del marito. E' anche un altro atto contro l'uomo: togliendosi il piacere sessuale elimina la possibilità in chi la possiede di potere esercitare potenza su di lei.
Questa seconda ipotesi trova conferma facendo un passo indietro, quando lei ancora incerta lo cerca sessualmente ma poi lo morde ferendolo sul petto. Ha chiaro che la sua sessualità la rende succube, bisognosa dell'uomo allora piuttosto meglio masturbarsi ferocemente da sola nel bosco. E' un'altra scena che lascia interdetti per poi diventare chiara dopo.

Il film si conclude ancora con la dolcissima aria di Haendel, ne voglio riportare il testo perché sembra scritto apposta per il film:
Lascia ch´io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la libertà
Il duolo infranga queste ritorte
De miei martiri, sol per pietà
Lascia ch´io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la libertà.


E lui, coscienza di tutti gli uomini, deve fare i conti con una massa enorme di donne senza viso, vittime del passato e del presente, che lo circonderanno.
Ha ucciso la donna che lo voleva uccidere e così facendo non ha pagato, lui per tutti come fece "un altro" che rimetté i peccati di tutto il mondo, il debito contratto dagli uomini verso le donne in millenni.

Finisce qua sostanzialmente il mio delirio a riguardo di questo film.
Giudizio finale: Capolavoro! Da vedere più volte, come faccio con altri film.

- Consiglio per il consumo I:
Mi sono sottoposto ad un tour de force guardando tutta la filmografia precedente di Von Trier, ritengo senza false modestie di essere entrato un po' nel suo crapone immenso, anche se ovviamente posso sbagliarmi. A mio parere se ne può godere appieno di Antichrist solo se si conosce per buona parte quello che il regista ha fatto nel passato.

- Consiglio per il consumo II:
Indipendentemente dalla forma, i film di Lars sono Puro Contenuto. Se si bada invece solo o soprattutto alla forma si è sbagliato film, meglio dirottare le attenzioni su altri registi.

- Consiglio per il consumo III:
Non date retta a tutte le puttanate su horror, psico-horror, porno, ecc... che si sono scritte a riguardo. Sì, ci sono scene con il sesso in bella vista, ma fa parte della "cattiveria" di Lars (non delle sue paranoie) e se ci si concentra su quelle si perdono i contenuti veri che ho cercato d'illustrare nella mia personale interpretazione. Lars ti mette sempre alla prova.

18 commenti:

  1. Questo film è sicuramente non solo il miglior film del 2009, ma uno dei migliori del decennio, secondo solo (perchè sono un fan di lynch) a Inland Empire. Chi l'ha fischiato a Cannes dovrebbe andare a scuola di cinema e imparare qualcosa...

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  2. mi fai felice Alessandro, mi sentivo troppo solo nel giudicare un capolavoro questo film, secondo me incompreso.
    grazie. :)

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  3. uno dei film più malati e cattivi che io abbia mai visto. bellissimo.

    non lo riguarderò mai più.

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  4. ahah! mi piace: "bellissimo ma non lo riguarderò mai più". non è un film per dare distrazione e sollievo effettivamente. :)

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  5. Visto "Antichrist" di Von
    Trier, regista che non seguivo più senza rimpianti per scelta personale
    da "The Kingdom Parte 2" che pure m'era piaciuto assai, si deve
    riconoscere che questo "Antichrist", pur non dicendo quasi niente di
    veramente nuovo, lo dice e restituisce visivamente talmente bene da
    sembrare, una cosa nuova. E per chi è in grado di riconoscere e
    apprezzare le ossessioni visive e figurative di Andreij Tarkovskij
    delle quali Von Trier ha imbastito il suo film,non c'è bisogno di
    arrivare alla naturale dedica finale al geniale regista sovietico per
    capire gli intenti del cineasta danese.
    Detto questo, probabilmente "Antichrist" è il film migliore -almeno nei
    momenti più "alti", come ovviamente l'inizio con Haendel, e il finale-
    dell'intera carriera di Von Trier, una delle opere cinematografiche, e
    non sono state poi così molte, a rendere davvero in maniera insuperabile
    la biologica crudeltà femminile e la congenita schizofrenia di molte di
    esse. La irriflessività della natura, la sua indifferenza, ben
    rispecchiata dall'atonia che si può riprendere nel profondo nero degli
    occhi di un'animale selvatico. Qui in un cerbiatto sgravidante un
    cucciolo morto,o in una volpe che parla come il nano di Twin Peaks. Ma
    anche negli occhi da belva ferina, e ferita, della Gainsbourg. Neri e
    inespressivi, ripresi ravvicinatissimi da Von Trier come quelli di un
    grizzly da Herzog per il suo documentario. Lo sguardo della donna,
    colpita in ciò per cui è stata primariamente programmata da Madre
    Natura-Grande Satana del film.

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  6. prole, la contin uazione della specie, contro eventualmente, tutto e
    tutti. E primariamente, sempre, il maschio. Naturale vittima di chissà
    quali colpe nemmeno forse mai commesse, da scontare con sei o sette-7
    Via Crucis, senza nemmeno possibilità nè speranza, di un perdono, o
    redenzione finale.
    E, come molto acutamente viene fatto notare proprio qui, nel tuo
    commento Robydick, probabilmente più o meno coscientemente, è stata
    proprio lei,forse per la sua inadeguatezza nervosa e psichica, a creare
    se non altro,le condizioni così tragiche e "colpevolizzanti", dato il
    momento in cui avviene, della morte del figlio.
    Come dici te Robydick, questo film è una vera opera d'arte, non
    concepita nè tantomeno realizzata per poter piacere a "tutti" o a un
    pubblico vasto, ma per dividere radicalmente il gusto del pubblico o
    farsi anche disprezzare, ma anche per poterci vedere e trovare ciò che
    forse a ognuno piace di più. Io ci ho trovato, tra le molte, altre
    tematiche, questo. Macroscopicamente.
    Un film molto misogino, esibito e rivendicato, sotto una forse
    "necessaria" ma molto scaltra "dissimulazione". Necessario quanto mai
    quindi, oggi come oggi, visto anche come è ben condotto,argomentato e
    giustificato. Poche altre volte, nel cinema mi sovviene di ricordare, è
    stata così ben messa, si potrebbe dire al microscopio, la perfidia
    mostruosa così tipica delle donne, al momento giusto, di massima
    debolezza dell'uomo, del partner, come nel magistralmente tratteggiato
    personaggio della Gainsbourg. Forse, primariamente può tornare alla
    mente il personaggio della Sig.na Ratched, la patologica e belluina
    infermiera interpretata dal premio Oscar per quel celeberrimo ruolo,
    Louise Fletcher, in "Qualcuno volò sul nido del cuculo" (One Flew Over
    the Cuckoo's Nest), di Forman.Seppur diversissimo, per confezione e
    genere di film, altro capolavoro sulla dittatura della crudeltà delle
    donne. "Nella società degli uomini".
    -"La più triste, lunga dittatura esercitata. L'unica forma conosciuta di
    autoritarismo inflitta da una parte più debole, su quella più forte".
    Oscar Wilde.
    E anche questa, ci poteva stare benissimo, e credo anche molto gradita
    dallo stesso Von Trier, come epigrafe sui titoli di coda del suo
    magnifico film. -"Il caos, regna"-.
    In questo caso, ha proprio ragione, perfino una volpe.<

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  7. ti ringrazio molto Wilson per la recensione, e sono sempre contento di trovare estimatori di questo film a mio parere malamente criticato a destra e a manca.

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  8. innanzitutto complimenti vivissimi per la tua recensione. Purtroppo (o per fortuna) appartengo a quella categoria di persone che ha odiato col cuore questo film, ma vedere persone motivate come te che cercano di spiegare a un povero ignorante come me il perchè della sua presunta bellezza mi fa piacere - e d'altronde, il bello fra appassionati è la pura discussione.
    Non ho comunque cambiato idea, lo ritengo ancora un film orrendo XP

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  9. ahah! ricambio i complimenti per il tuo commento, simpatico e sincero :)

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  10. Grazie per la segnalazione, Roby.
    In questa recensione in effetti la tua analisi è meno epidermica.
    Tuttavia non mi smuove di un millimetro.
    Rimango assolutamente persuaso del fatto che, fantozzianamente parlando:

    "Antichrist è una cagata pazzesca".

    Non si tratta di "ragionare antiteticamente" a te.
    Il film è malriuscito. Oggettivamente. Specie se comparato alla filmografia precedente del regista.
    Le mie ragioni (e per fortuna non solo le mie, credimi), come già sai, stanno tutte qui:
    http://robydickwritings.blogspot.com/2011/01/ce-del-genio-in-danimarca-lars-von.html#more

    Spulciando i commenti di questi altri fans irrimediabilmente ottenebrati dalla tracotanza del nevrotico di Copehaghen, però, il mio sgomento a tratti si fa disperazione.
    Per inciso, quelli che l'hanno fischiato a Cannes lo hanno fatto per il semplicissimo motivo che un SENSO CRITICO, loro, ce l'hanno ancora.

    Io sono basito. Qui si scomoda gente come Lynch, Tarkovskij o addirittura Euripide (ma abbiate pietà, povere Menadi!).
    Il tutto per avvalorare l'intuizione "rivoluzionaria" che -guarda un pò quanto è stato sagace questo qui- per il sistema di valori occidentale, la Natura è Satana.
    Un concetto ritrito e stantio già ai tempi di Milton e Blake, solo per rimanere in epoca cristiana (e che mi perdonino anche loro due, per averli accostati a VonTrier).

    Fosse realizzata decentemente, comunque, l'idea non sarebbe neanche questo gran guaio (a rappresentare Medea, fra l'altro, leggo che Lars il tronfio ci aveva pure già provato, ma solo per la tv danese, fortunatamente, e con esiti a questo punto facilmente immaginabili). Ma il ridicolo involontario fa capolino da ogni fogramma di quest'immonda sconcezza cinemografica, a partire dall'incipit fino ai titoli di coda (la volpe parlante non è che la punta dell'iceberg, insomma). Con buona pace dei pur sempre ottimi Dafoe e Gainsbourg.

    Ah già, il tronfio mortifica pure Haendel:

    "Lascia ch'io pianga la mia nuda sorca"

    (L'adattamento avrebbe calzato parecchio meglio, visti i risultati).

    In conclusione, proprio non lo capisco cos'abbia questo "Anticrhist" non dico di profondo, ma almeno di interessante (che poi, sull'effettiva alterità del maschio in quanto tale, rispetto all'assunto panteistico di base della pellicola, assimilato ad hoc all'iconografia cattolica dal nostro "autore" solo perchè così magari fa più blasfemo e più provocatorio -leggi fa più pubblicità-, si potrebbe andare avanti per settimane, ma non è proprio questo il caso).

    Pensare che almeno fino a "Dogville", il VonTrier, più che interessante lo trovavo anch'io. E a questo suo tristissimo epitaffio (spero vivamente che lo sia, se l'andazzo è questo, ribadisco) mi ci ero avvicinato con le intenzioni migliori.
    Voglio dire:
    Se per lui "gli artisti devono soffrire" onde esprimersi al meglio, io dico che sarebbe quanto meno ora di fargli un bel "paliatone", come dicono dalle mie parti.

    p.s.
    Che poi, se giustamente giudichi "Martyrs" per l'opera grandiosa che indiscutibilmente è, e ti piace pure Refn (spero ti riferisca anche a "Valhalla rising")...
    Come diavolo hai fatto a FARTI PIACERE questa ciofeca?

    Domenico Marchettini

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  11. ahahah! Domenico, rido in onore della tua dialettica indubbiamente divertente, non dei contenuti eh! poi caspita, ti sei letto veramente molta roba compreso i commenti, tanto di cappello.

    non avevo nessuna intenzione di portarti al mio parere riguardo al film, sei intelligente (chi sa scrivere con quell'ironia salace lo è!) e lo hai certamente capito ma sottolineo. su un film si può dibattere anche in modo acceso, ma pensare di spostare le convinzioni di qualcuno è impensabile.

    ti ringrazio, mi mancava qua un parere sfavorevole così argomentato. non sto ora a ribattere, per motivi già detti, tanto non servirebbe, ho scritto molto nella rece.

    devo purtroppo darti una delusione su Refn (ahia!): Valhalla Rising non m'è piaciuto (ahiahi!)
    qua trovi i 3 film suoi che ho visto: http://robydickfilms.blogspot.com/search/label/Nicolas%20Winding%20Refn
    niente male Pusher e ho avuto un clamoroso orgasmo per Bronson, di quelli violenti. è un regista di sicuro talento e ce ne farà vedere delle belle.

    Spero, nonostante tutto, di godere ancora in futuro dei tuoi commenti. Qua ogni giorno puntualmente esce un film, questa è la cadenza...

    Ciao!

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  12. ..Cavolo, ho problemi a postare i commenti. Spero sia la volta buona.

    Le tue rece su Refn le leggerò, promesso.
    Ma deduco che non hai visto i due successivi capitoli di "Pusher" (male, molto male). Ti sarebbe risultato lampante che con "Trainspotting" non ha nulla da spartire. Nè per intenti, nè tantomeno per attitudine.
    Probabile che una volta visionata l'intera trilogia, una vocina via via più convincente si faccia inarrestabilmente strada nella tua coscienza, fino a farti cambiare radicalmente idea.
    Io i tre titoli in questione (se presi come un'opera unica) li ritengo quantomeno pari, ove non addirittura superiori (con le debite proporzioni, dovute perlopiù al budget disponibile ed al background socioculturale sia del regista che dei protagonisti delle storie raccontate) a saghe criminali ben più rinomate ed incensate.

    Se stai pensando a quali siano queste saghe, possiamo tranquillamente partire dal "Padrino".
    Tanto per ridimensionare un mito di cui non ho ancora compreso appieno la -per me presunta- inattaccabilità.

    D.M.

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  13. guarda Domenico, il Padrino non è nemmeno presente nel blog, e non è una dimenticanza ma cosa voluta. dovrei stroncarlo con ferocia, e non mi va, preferisco per quanto possibile dedicarmi a cose che mi piacciono ed anche evitare discussioni con eventuali fan. in futuro chissà...

    invece la serie pusher ce l'ho da tempo, manca il tempo di vederla! ;-)
    ma arriverà, non so quando.

    p.s.:che problemi hai coi commenti? mi arrivano tutti regolarmente

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  14. Questo film l'ho visto una volta e mi ha fatto una paura bestiale, forse un giorno se riuscirò a rivederlo lo rivaluterò aaaaaaah Lars si merita delle cinghiate da parte mia hahaha

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  15. ahah! prenditela comoda arwen per guardarlo, ci vuole la giusta giornata. per me, da fan di lars, non è stato un problema :)

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  16. e la giusta giornata è arrivata ecco la mia rece http://lafabricadeisogni.blogspot.com/2012/01/antichrist.html più che recensione è un analisi sul film davvero interessante leggila ;)

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  17. Avvicinare la Natura, un qualcosa di incredibilmente vitale, seppur trascendente dai concetti di bene e male, a qualcosa di dannatamente blasfemo e maligno come Satana è qualcosa che solo una persona affetta da una profonda depressione è capace di fare. La Natura è la chiesa di Satana, secondo la protagonista, interpretata da una stupefacente Charlotte Gainsbourg. Lei è lo specchio del regista; è la trasposizione del von Trier depresso; è la versione, estremizzata, della profonda malattia che ha devastato la mente e lo spirito dell’autore danese.

    Se ti va dai un'occhiata alla mia recensione completa :)
    https://mgrexperience.wordpress.com/2016/07/18/antichrist-di-lars-von-trier/

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