Oppure, invece dell'ottimo titolo italiano (ogni tanto capita che lo sia), qualcosa da nascondere c'è?
La vita di una famiglia sostanzialmente agiata e felice, lui conduttore televisivo, lei scrittrice apprezzata, viene sconvolta da una serie di cassette recapitatele a casa, in modo anonimo. All'inizio ritraggono solo il portone d'ingresso, per ore. Poi cominciano a ritrarre altre situazioni e ad arrivare accompagnate da immagini disegnate, fondamentalmente un viso che perde sangue dalla bocca. Il messaggio comincia ad essere sempre più chiaro, ma una prova evidente e tangibile dei sospetti non si riesce a trovare. Nel frattempo emergono menzogne, segreti tenuti nascosti...
Stranissimo film dove non si viene a capo di niente o forse sì, ma temo di rovinare la visione a chi non l'ha visto...
E questo film, che ho trovato fantastico, stramerita di essere visto!
Molte le riprese effettuate in piano sequenza fisso, tipico della camera nascosta senza operatore, non solo quelle che vengono mostrate dalle cassette. E' come se a fare gli spioni siano proprio coloro che guardano il film, ed è quello che l'espediente fa accadere. T'immedesimi in un personaggio che non compare mai e che è l'elemento turbativo e alla fine pensi che Haneke, che ha fatto del "ti tiro fuori il peggio" una ragione filmica, anche stavolta ha colto nel segno, ti ha scoperchiato e lo ha fatto direttamente nella tua testa.
Non ti ha proposto delle situazioni scabrose che però vivi da terzo, e da terzo giudichi. Ti ritrovi a giudicare te stesso, quanto sei morbosamente "guardone"... geniale!
Attenzione al finale, il continuum scioccante, dove l'infamissimo regista (eh sì eh! lo devo dire, pur con grande affetto!) gioca anche su una sorta d'illusione ottica.
Assolutamente da non perdere!
Mi stai diventando fan di Haneke?
RispondiEliminaFilm in generale molto apprezzato dalla critica, ma poco dal pubblico italiano che, considerata la trama, si aspettava un giallo in piena regola, come me, del resto: su mymovies, e non solo, ce n'è un'ampia dimostrazione.
Presumo che anche tu, mentre inesorabilmente si avvicinava la fine, al comparire improvviso dei titoli di coda... abbia fatto un salto sulla poltrona! Quante volte ho rivisto quel finale... Ma qui mi fermo, è pur sempre un "giallo" e non si può svelare troppo, no? ;-)
Ah sì, proprio infamissimo Haneke, è stato a ragione definito "il maestro della negazione". Ora, a meno di non tirar fuori il suo film di esordio, il 1° Funny Games (e cercare le differenze con il secondo...), la filmografia è esaurita, a parte "Storie – Racconto incompleto di diversi viaggi" del 2000, di cui non si dice molto bene.
p.s.: OLIMPO e ADE... mi piace. Termini meno banali e decisamente più espressivi (e colti!) dei precedenti.
RispondiEliminami piacciono di più i nuovi termini e sono anche più brevi :)
RispondiEliminaebbene lo ammetto, sono un grande apprezzatore di Haneke, appena un gradino sotto di fan ma quasi. per ora ho finito, aspetto i prossimi. funny games ho visto il secondo, non mi guardo anche il primo, tanto sono identici.
il finale di questo? eh, un bel rewind ho dovuto farlo, alla prima m'aveva fregato! :D
Ho trovato quella mia vecchia “recensione”!
RispondiEliminaPiccola premessa: rileggendola ora mi accorgo che probabilmente ero caduto nella trappola di vagliarne solo l’aspetto ideologico, con grande gioia del mefistofelico regista che, vedendomi così indignato e scatenato, di certo mi avrebbe risposto: “Aha! Eccoli dunque i tuoi sensi di colpa! Te li ho fatti ribollire dentro, eh, stronzetto?”
In realtà devo dire che sull’aspetto qualitativo del film devo concordare con te: alto livello tecnico, grande originalità, tensione che non si allenta mai. Per onestà intellettuale, però, mantengo la mia promessa di copiare-incollare quella che era stata la mia reazione a caldo, non solo alla visione del film, ma anche alle parole del critico di sky (Canova) che lo magnificava proprio dal punto di vista ideologico-politico.
“Ricordarsi di non guardare altri film di Haneke. Niente da nascondere ha qualche buona intuizione, ma è un film disonesto. Un film stronzamente disonesto dove il personaggio meno tagliato con l’accetta ideologica è il gallo ammazzato con l’accetta, simbolo della Francia fatto furbamente accoppare dal bambino algerino ma su istigazione premeditata e fraudolenta del cattivo bambinaccio borghese francese. Il Buono è l’algerino. Reso orfano dai poliziotti francesi e derubato dell’adozione dal geloso, odioso, spietato seienne (seienne!) che non lo vuole come fratello, alla fine si suiciderà davanti a lui per ricordargli la sua colpa. L’algerino ha avuto la vita rovinata, è cresciuto nell’inferno dell’orfanotrofio, ma è uomo mite, gentile, dignitoso, ha un figlio mite dignitoso e raffinato, e con i soldi e l’istruzione sottratti loro dal delitto del seienne (seienne!) sarebbero di certo diventati entrambi come minimo premi Nobel di qualcosa. Il francese è il Cattivo. Pur essendo, si badi bene, non un pescecane imprenditore, ma uomo di cultura (figlio di contadini) che si occupa di libri e di scrittori, egli è gretto, bugiardello, reticente, stolido, insensibile, vigliacco, incapace di capire e di parlare, vittima di un tentativo sempre più patetico e goffo di cancellare e rimuovere, comunque, il delitto compiuto a sei anni (sei anni!) Ma tutto in questa stronzata antioccidentale è prevedibile, puntuale, patetico nella sua disonestà: a un certo punto, naturalmente, sparisce il figlio del francese cattivo, che, inutile dirlo, fa arrestare gli algerini buoni dalla polizia, finché il bambino, ovviamente, non ricompare per i cavoli suoi: era stato da un amico senza avvertire (che colpo di scena per gli spettatori più fessi ed ingenui!)
Penosamente indicativa della diabolica disonestà del regista è anche una cena nella parte iniziale a casa del francese cattivo: tra i sei amici riuniti a tavola c’è anche una carinissima giovane negra, che però, guarda caso, è l’unica a non parlare: gli europeacci cattivi, imperialisti e stupratori, vogliono solo il possesso del suo corpo, non sanno che farsene delle sue storie e delle sue opinioni!
Haneke è l’Europa molle e rinnegata e complessata e psicolabile, ideologizzata di terzomondismo e traditrice di se stessa, che mette la sua testa su un ceppo come il gallo, e dice al terzomondo: Accoppateci con l’accetta, perché abbiamo la coscienza sporca; accoppateci con l’accetta, perché ce lo meritiamo, tutti.
Merci, Haneke. E, come direbbe il grande Totò:
esequie indistinte."
ahah! grazie Nicola! E poi dicono a me che sono uno stroncatore impietoso... se se!
RispondiEliminaBe', Canova aveva visto quello che voleva vedere... Non che non avessi notato qualche "metafora" antioccidentale, ma non mi era appunto parsa come aspetto centrale del film, come hai potuto leggere.
io definirei haneke un maestro nel far provare fastidio allo spettatore,funny games e benny's video ne sono la prova più evidente.
RispondiEliminaQuest'altro colpo di talento si presenta come un thriller e tutti noi cerchiamo subito il colpevole,in questo caso lo spione o il ricattatore (?),il punto è :è poi così importante da scoprire?.
Non manca sicuramente la tensione ed il ritmo della pellicola è carismatico.
Bellissimo ed intrigante
questo dal punto di vista del fastidio non è certo il peggiore cmq, è particolare nella sua produzione.
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