1987, Percy Adlon.
Jasmin, turista bavarese, giunge al Bagdad Café (in Arizona, sulla Route 66, esiste veramente) dopo aver lasciato il marito ed essere rimasta sola in mezzo al deserto, dove trova l'afroamericana Brenda che lo gestisce e che ha appena lasciato il marito e si ritrova con un figlio che suona il piano
, una figlia che non l'aiuta, un nipote da accudire, macchina del caffé che non funziona... . Ma lo sfascio si trasformerà in uno dei luoghi più allegri della terra!
Che altro dire della trama? Questo è una di quelle commedie dove si realizza una Magia (parola dovuta) che non è ben descrivibile a parole, io almeno non le ho. Amore, amicizia, rivoluzione umana, bellezza, simpatia, buone maniere, sentimenti: il Bagdad è uno di quei luoghi dove anche un freak diventa un angelo, ma un Angelo emerso dalla terra, non uno di quelli caduti dal cielo.
QUESTO FILM E' MERAVIGLIOSO! E consentitemi un esclamativo maiuscoloso.
Tra un interno e panorami sconfinati, tra una fuga di Bach e un po' di swing, imperversa sovrano un brano di rara bellezza, Calling You, cantato in modo ineguagliabile da Jevetta Steele.
Talmente bello che per la prima volta voglio mettere anche il video.
Bravissime le due protagoniste, te ne innamori. Prossima vita, giuro!, vado a cercarmi una cicciona bavarese da sposare! Ma voglio mettere l'accento su un non-protagonista, con l'occasione: Jack Palance. Ha una faccia pazzesca, l'ho sempre amata ed invidiata. Bravissimo anche lui.
Se non avete ancora visto questo film ponete rimedio al più presto. Credetemi, è davvero meraviglioso.
belloooooo, anche a me è piaciuto un sacco... quei tramonti in tecnicolor sulla pompa di benzina in Arizona, i personaggi surreali (la protagonista, il pittore cowboy, la ragazza dei tatuaggi, i cammionisti e l'isterica Brenda!), l'atmosfera calda e polverosa... bello e rilassante!
RispondiEliminadavvero è dell'87? Lo facevo più recente...
RispondiEliminaconfermo l'87, ma questi film con quell'ambientazione paiono non invecchiare mai :)
RispondiEliminaQuesto film inizia lentamente e potrebbe far pensare a un film noioso ma nel proseguo prende il cuore, la mente e ti accompagna al finale donando una grande serenità e gioia che ti porti quando esci dal cinema. Ben fatto e l'attrice molto brava e adatta al ruolo.
RispondiEliminaInsieme a Orlando e un'altro film, di cui non ricordo il titolo, é tra i film impegnati migliori mai visti!
Bellissima scelta! Ciao Cri : )
L'altro film aveva il titolo "Frusta" ma nella lingua di dove si svolge la storia, mi pare in Mongolia....sono anni che lo cerco ma senza il titolo impossibile trovarlo....si ambienta metà film nelle praterie e l'altra nella città, confronto tra due mondi.....il titolo prende dal vento che soffia e dal suono della frusta.... chissà, magari sai di cosa parlo...io provo a cercarlo ancora e poi ti dico....ciao
Cristina, descrivi il film bene!
RispondiEliminaforse è "Urga" quello che cerchi? ;-)
http://robydickfilms.blogspot.com/2010/10/urga-territorio-damore.html
Grazie!!!
RispondiEliminaQuesta pagina è stata per me una Terra Promessa. Finalmente ho letto dei commenti adeguati alla bellezza e al valore di un film del quale, dopo averlo visto per la terza volta e desiderare di vederlo indefinite volte ancora, mi sentirei di affermare, senza troppo timore di peccare di avventatezza, che è il più bel film che io abbia visto. Sì, se dovessi scegliere un film, e uno solo, da premiare sceglierei Bagdad Café.
E particolarmente gradite sono state le parole "Prossima vita, giuro!, vado a cercarmi una cicciona bavarese da sposare!", che hanno compensato il profondo disappunto suscitato da quelle di un noto "critico" secondo il quale è inverosimile che un uomo voglia sposare una donna come Marianne-Jasmin!
Ora, non pretendo che sia universalmente condivisa la mia spiccatissima preferenza per le donne "corpulente", ma sono rimasto costernato da tanta ottusità nella considerazione della bellezza e del fascino femminili e da tanta indifferenza verso l'incantevole bellezza e la profonda e ricca poesia di un'opera e di un personaggio (e della sua straordinaria interprete) che tanto nobilmente splendono nella storia del cinema, dell'arte in generale e delle mie personali emozioni.
Agostino
grazie a te Agostino, un vero piacere leggere un commento simile per questo film. e mi hai messo una gran voglia di rivederlo!
RispondiEliminaaccidenti, c'è qualcuno che ha parlato male di Jasmin??? mi sembra incredibile...
Massimo Bertarelli ne Il Giornale del 28 agosto 2003: "Marianne Sägebrecht, valchiria di taglia forte e di limitatissima avvenenza, è una perfetta compagnona da maxibirra, ma da qui a prenderla in moglie ce ne corre". Questo a conclusione di un breve e superficialissimo commento al film, del quale evidentemente la grazia della protagonista non è la sola cosa che gli è sfuggita.
RispondiEliminaColgo l'occasione per complimentarmi per il blog e per scusarmi dell'infinito (desiderare), inconseguente, che non so per quale sfasamento di pensiero si è venuto a trovare nella terza riga del mio precedente post, in luogo di un gerundio o di un participio :-)
Agostino
no problem Agostino, nei commenti non stiamo a fare gli accademici della crusca... certo che Bertarelli, nello specifico, non aveva proprio che dire visto l'inutile e inopportuno giudizio, della poesia di Jasmin non ha capito veramente nulla
RispondiEliminagrazie per i complimenti, sono sempre graditi
L'amore che ho per questo film mi spinge ad approfittare ancora una volta di questo spazio sul tuo blog per segnalare, "a sua lode" e a beneficio di chi fosse interessato, una piccola raccolta di saggi in cui addirittura, a conferma della ricchezza di spunti offerta da questo capolavoro, da esso vengono tratte lezioni economico-imprenditoriali! E non solo: lodevolmente, gli autori non perdono affatto di vista il pregio tecnico-artistico-estetico e la poesia di tutta l'opera e il valore, l'intima feconda bellezza di Jasmin.
RispondiEliminaTanto da assegnare al libro il riverente titolo "L'incanto della donna saggia" (sottotitolo: "Il capitale emozionale nell’impresa femminile. Una lettura interdisciplinare di «Bagdad Café»", di AA.VV., Morlacchi Editore, Perugia 2009, ISBN 978-88-6074-264-3).
Cercando con Google se ne possono trovare anteprime ed estratti in rete.
Ci sono poi il sito di Percy Adlon e quello del "vero" Bagdad Café, all'epoca Sidewinder Café, che è sulla Route 66 ma non in Arizona, bensì a Newberry Springs in California. Nella home page, cliccando su "In memory of Harold Kelly" si accede a una pagina di "ricordi" legati al film.
Spero di non essere stato invadente e di non essere caduto nell'off topic. A volte l'entusiasmo... :-D
Grazie dell'accoglienza :-)
Agostino
ma figurati Agostino, anzi, hai arricchitto a meraviglia questa rece, che fu molto leggera ai tempi. sono solo felice che questo film abbia prodotto tanti stimoli, e il titolo di quel libro da solo è già molto invitante.
RispondiEliminagrazie a te! :)